
Perché bisogna pensare in grande?
Pensare in grande per me non è stato mai facile. Prima di tutto le “brave ragazze” non pensano in grande. Semmai vivono la loro vita con grande umiltà e mai si sognerebbero di esprimere desideri troppo al di sopra della loro portata. E poi cosa pensi in grande a fare, che poi non realizzi i tuoi sogni e vai in depressione, o peggio – se hai avuto l’ardire di parlarne con qualcuno – fai una gran figura di m…?
Questo pensiero di stampo ottocentesco è cambiato negli ultimi due anni, e finalmente ho imparato a pensare in grande. Finalmente perché fino a che non l’ho fatto non sono riuscita a ottenere davvero quello che desideravo. Certo, di obiettivi importanti ne ho raggiunti anche prima del 2015 eh… Però credo che sia stato tutto merito di un mix di costanza, duro lavoro e testardaggine. Quindi, che fatica! Non dico che ora le cose siano sempre più facili, ma pensare in grande mi aiuta ad affiancare il duro lavoro a una grande motivazione, che rende tutto un po’ più leggero (e soprattutto divertente).
Quindi perché bisogna pensare in grande?
Nel suo libro Coaching, John Withmore scrive:
Tendiamo a ottenere ciò su cui ci concentriamo. Se temiamo di fallire, la nostra attenzione è puntata sul fallire, ed è quello che otteniamo
Ecco, fino a qualche tempo fa io ero esattamente così. Sempre concentrata sul fallimento. Sempre convinta di non farcela. Oddio, non sempre sempre. Però quando si trattava di cose importanti mi facevo spesso prendere dal pessimismo. E anche quando dicevo – ce la farò – c’era una vocina che invece mi sussurrava all’orecchio – ne sei proprio sicura?
Onestamente, non credo che basti pensare in grande per ottenere grandi risultati. Sono ancora convinta del valore del duro lavoro. Ma sono anche certa che concentrarsi sempre sul fallimento non sia di nessun aiuto. Quando faccio business coaching insisto sulla necessità di avere una vision, di definire il “perché” facciamo quello che facciamo (ne ho parlato già in un altro post del mio blog).
E i miei coachee spesso si incartano in questo punto, perché non riescono a pensare in grande, non riescono a definire un orizzonte lontano nel futuro a cui tendere per realizzare quello che desiderano nel loro business. Pensare in piccolo però non aiuta nessuno.
La vision definisce l’orizzonte a cui tendiamo. Pensateci: se l’orizzonte lo fissate poco più avanti dei vostri occhi, che cosa cavolo pensate di vedere? E’ come avere un paraocchi, riuscite a scorgere al massimo quello che c’è 15 cm intorno a voi… Se invece fissate l’orizzonte là in fondo, lontano lontano (ma non così lontano da perderlo di vista), vi si apre davanti agli occhi uno spazio enorme, si prospettano milioni di possibilità, avete modo di fare delle scelte più consapevoli, perché avete una visione d’insieme. Il vostro sguardo non è limitato, e le vostre possibilità diventano di conseguenza illimitate.
Per questo motivo bisogna pensare in grande, non solo nel business, ma anche nella vita.
Le nostre convinzioni limitanti
Non pensare in grade spesso è il risultato delle nostre convinzioni limitanti. Delle cose che pensiamo di noi (e che spesso non corrispondono alla realtà). Quando ci diciamo che non siamo capaci di fare una cosa (ma non abbiamo mai provato a farla), quando pensiamo di non poter raggiungere i nostri sogni più grandi, quando ci lasciamo influenzare dal nostro passato, la diamo vinta alla vocina dentro di noi che non vuole il nostro bene, ma solo farci stare tranquilli nella nostra comfort zone.
Pensare in grande significa far tacere quella vocina. Non darle peso. Pensare a un obiettivo e non scartarlo in partenza solo perché ci sembra al di là della nostra portata. La nostra portata chi l’ha decisa in fin dei conti, se non noi?
Spesso quando si fa business coaching le convinzioni limitanti saltano fuori nel momento in cui si parla di soldi. Diventano tutti estremamente timidi alla domanda – quando vuoi guadagnare con la tua attività? E iniziano a spiegarmi che all’inizio non si può pretendere più di tanto, che il fatturato sarà basso, che dovranno arrangiarsi con altri lavoretti ecc. Quando succede questa cosa mi metto a lavorare sul business plan. Che è quello strumento che mi aiuta a fissare gli obiettivi di fatturato, e a capire quali azioni devo mettere in campo per poterli raggiungere. Anche se non avete una vostra attività potete fare il vostro business plan. Basta iniziare con questo esercizio: dimmi quanti soldi ti servono per vivere dignitosamente (quindi pagare le spese e poco altro), per vivere bene (pagare le spese e toglierti qualche sfizio) e per vivere benissimo (toglierti tutti gli sfizi che vuoi). Sembra semplice. E scommetto che leggendo avrete già iniziato a pensare delle cifre: 5.000 euro al mese, 10.000 euro… Cifre sparate a caso, che non servono a nulla.
Quando invece pensate a quanto volete guadagnare dovete essere precisi. Perché se non sapete la cifra precisa che volete fatturare, come farete a trovare il modo di arrivarci Pensare in grande non significa sparare cifre a caso. Ma prima di tutto definire quali sono le nostre priorità, quali sono le cose che vogliamo davvero, quelle che ci motivano, quelle senza le quali non potremmo vivere (o vivere bene). Se sappiamo il punto di arrivo diventa più facile pianificare la strada da prendere per arrivarci. Se andiamo continuamente a braccio, la strada non la troveremo mai, e di conseguenza non raggiungeremo mai il traguardo. Allora sì che avremo fallito. Ma non perché non siamo abbastanza bravi. Semplicemente perché non abbiamo saputo pensare in grande e abbiamo così limitato la nostra visione d’insieme.
Se vi chiedessi di fare l’esercizio sul denaro, adesso, quali sarebbero le vostre risposte? Sapreste dirmi cosa fareste di ogni singolo centesimo che sperate di guadagnare?