
Creatività: basta romanticismo, benvenuta disciplina!
Quando parliamo di creatività rimaniamo ancorati a un’idea romantica, che però non corrisponde alla realtà. Pensiamo che l’ispirazione arrivi improvvisamente, in modo imprevedibile. Che la creatività sia privilegio di pochi.
In realtà tutti siamo creativi. Ma a volte non ci alleniamo abbastanza per far sì che la nostra creatività si manifesti.
Il grande paradosso della creatività è che richiede disciplina. Non è innata, non si genera dal nulla, non è un dono divino. Non arriva a caso. Arriva se ci alleniamo a cercarla.
Mentre preparavo questo post mi sono imbattuta in una presentazione su Slideshare, nella quale l’autore – Fabio Arangio – spiega il rapporto creatività-disciplina citando la supercompensazione. La supercompensazione è un processo fisiologico che si verifica a seguito di un allenamento, che porta il tessuto muscolare prima a una fase di stress e poi a una fase di crescita e adattamento superiore al punto di partenza. In parole povere, la supercompensazione è quello che ci permette di migliorare (nello sport, nel tono muscolare, ma anche in altri aspetti della nostra vita). Quando affrontiamo una nuova sfida (ci sottoponiamo a uno stress) impariamo come affrontarla e ci alleniamo ad affrontarne anche di più complesse. Così succede per la creatività: se la sottoponiamo a uno stress (cioè se la alleniamo con costanza), continuerà a crescere, permettendoci di migliorare la condizione da cui siamo partiti (cioè essere sempre più creativi).
Ma se ogni essere umano ha questa capacità, e se la creatività è innata in ognuno di noi, la capacità di esprimerla liberamente non sempre è la stessa. Questo succede per molti fattori. Può dipendere da una bassa autostima, e quindi dalla convinzione di non essere abbastanza bravi per potersi considerare creativi. Oppure da una scarsa conoscenza della materia: pensiamo di essere dei principianti e che lo saremo per sempre, e rinunciamo ad ogni slancio creativo perché non abbiamo ancora raggiunto la perfezione. Niente di più sbagliato. Oppure non pensiamo di essere creativi perché, semplicemente, non abbiamo ancora trovato un metodo che ci possa aiutare ad esserlo.
Superare la paura del foglio bianco
Il mio metodo (per allenarmi a essere creativa) è da sempre la scrittura. E’ un mezzo con cui mi sento a mio agio. Ma mi sento a mio agio perché l’ho esercitata e l’ho allenata moltissimo. E continuo a farlo. Nelle ultime settimane ho iniziato a parlare di scrittura sul mio profilo Instagram. E oggi volevo condividere il mio metodo di scrittura per chi, come me, la vuole utilizzare non solo come strumento di lavoro, ma anche per allenare la propria creatività.
La prima cosa da fare per iniziare a scrivere è… iniziare a scrivere! Superare la paura del foglio bianco, e semplicemente lasciare che la penna scorra liberamente. Per vedere dove ci porta. Io lo vedo come un vero e proprio atto di fiducia: non so dove andrò a finire quando inizio a scrivere. Ho solo fiducia nel processo, nel metodo, nel fatto che se sono disciplinata e continuo ad allenarmi nella scrittura, qualcosa di buono (e di creativo) alla fine verrà fuori.
Sii stoica, se necessario e scrivi – hai visto molto, sentito profondamente e i tuoi problemi sono sufficientemente universali per dar loro un senso – SCRIVI.
Sylvia Plath
Quando ci troviamo di fronte a un foglio bianco la sensazione è quella che staremo lì per sempre. Abbiamo paura. E ci blocchiamo come in un fermo immagine che sembra non finire mai. Il modo migliore per superare questa paura è abbandonare ogni altro obiettivo che non sia, semplicemente, allenarsi. Ogni sera scrivo una pagina sul quaderno che tengo sul comodino. Non importa quello che scrivo. Non mi sforzo di curare la calligrafia, né la grammatica. Non scrivo “cose intelligenti”, non scrivo perché qualcun altro possa leggere. Scrivere mi serve semplicemente come allenamento. Prima di andare a dormire compio lo stesso rituale: prendo il quaderno, scrivo in alto a destra la data, e inizio a riempire le righe. L’importante è iniziare. Una volta fatto il primo passo, il resto viene da sé.
Deena Metzger dice nel suo libro “Scrivere per crescere”: è giusto avere paura. […] A volte la paura non si distingue dall’eccitazione. I sintomi sono gli stessi. Aumenta il battito cardiaco, le mani sudano o diventano fredde, ci si sente tesi, vigili, proiettati in avanti. Non si sa cosa succederà. Chiamiamola eccitazione. Qual è la differenza? La differenza è che quando abbiamo paura tendiamo a fuggire, mentre quando siamo eccitati ci buttiamo in avanti. Buttiamoci in avanti. Invitiamo la creatività dentro di noi.
Io ho imparato a trasformare la paura del foglio bianco in eccitazione per un foglio bianco tutto da scrivere. Eccitazione per le infinite possibilità che ho davanti. E’ così che riesco a scrivere ogni sera, e alleno quotidianamente la mia creatività in modo che non si atrofizzi. Ed è così che ho imparato ad agire ogni volta in cui mi trovo davanti a una nuova sfida: semplicemente faccio il primo passo. Inizio. Non rimango a guardare, ma parto.
Per far divampare “il fuoco” che c’è dentro ognuno di noi, abbiamo bisogno di un accelerante. Il mio è la scrittura. Qualsiasi sia il vostro, il metodo è sempre lo stesso. Iniziate (a scrivere o a fare qualsiasi cosa vi aiuti ad allenare la vostra creatività).