
Fallimento, sfiga, Murphy e compagnia bella
Qualche tempo fa girava su Facebook un video intitolato Unsatisfying. Ideato e diretto da un gruppo di designer francesi, voleva raccontare – con ironia e un po’ di cinismo – tutte quelle piccole cose deludenti, frustranti e noiose che sono capitate a ciascuno di noi almeno una volta nella vita.
UNSATISFYING from PARALLEL STUDIO on Vimeo.
L’ho guardato e riguardato, non per una sorta di masochismo, ma perché in realtà lo trovavo davvero divertente e ben fatto. E mentre mi divertivo a osservare tutte queste situazioni, nonostante la colonna sonora strappalacrime, mi sono accorta di poterlo fare perché avevo cambiato profondamente atteggiamento nei confronti della sfiga. Che poi potete chiamarla come volete: sfiga o Legge di Murphy (“Se qualcosa può andar male, lo farà“). Nei casi “più gravi” anche fallimento.
Una cosa che normalmente pesa, oh se pesa. Fino a un certo punto, però. Io quel punto l’ho raggiunto e superato, e vi dico come.
Gli ultimi due anni sono stati costellati da delle sfighe cosmiche. A un certo punto tutto ha iniziato ad andare a rotoli (o almeno così credevo). E ogni volta che rialzavo la testa, boom. Un’altra batosta. La cosa più assurda era che io, pessimista da sempre, avevo invece iniziato il 2015 dichiarando che quello sarebbe stato “il mio anno”. Avevo finalmente un atteggiamento super positivo, ci credevo veramente, sorridevo e dicevo – convinta – che sarebbe andato tutto bene. Ecco, non voglio elencare qui tutte le cose brutte che mi sono capitate, in un’escalation che non potevo lontanamente immaginare allora (vi avverto che a questo giro vincerei io a mani basse)…
Il punto è che tutta sta sfiga, Saturno contro, l’invasione delle cavalette ecc ecc, mi hanno fatta star male. Certo. Ma non mi hanno fermata. E non hanno fermato quel moto di entusiasmo con cui avevo iniziato il 2015. Penso si tratti di resilienza, della capacità che abbiamo noi esseri umani di superare eventi traumatici e momenti di difficoltà. E la resilienza si sviluppa grazie anche a tutti gli eventi traumatici e ai momenti di difficoltà che abbiamo attraversato.
Ora, non auguro a nessuno sofferenze immani, solo per imparare a superarle! E non voglio fare quella che “guardiamo al lato positivo delle cose”, perché io prima di guardare al lato positivo delle cose tiro bestemmioni a più non posso. Dico solo che il fallimento a volte è addirittura necessario. Per progredire. Per andare avanti e fare qualcosa di meglio, di più giusto per noi.
Come si sopravvive al fallimento?
La prima cosa da fare per sopravvivere al fallimento, è cambiare radicamente idea sul fallimento. Bisogna imparare a vederlo per quello che è: un evento che ci apre ad altre occasioni. Anzi, a voler essere onesti questa è la seconda cosa da fare. La prima è rimanerci male. Soffrirci, urlare, piangere o fare qualsiasi altra cosa che ci permette di sfogarci dopo un fallimento. Fatto questo saremo pronti a ricominciare.
L’altra cosa importante che ho imparato dalla valanga di sfighe che ho affrontato negli ultimi due anni, è che dobbiamo lasciare perdere quello che non possiamo controllare. Abbiamo il potere di cambiare solo noi stessi. Non gli altri. Non le condizioni esterne, il tempo, o qualsiasi altra cosa che non dipende da noi. Di cosa sei responsabile? E di cosa non lo sei? Cambia solo quello che dipende da te. E già avrai fatto un passo in avanti incredibile.
Per superare il fallimento (o la sfiga) è importante imparare a vivere il presente. Puoi aver commesso il più grave degli errori, può esserti capitato qualsiasi evento frustrante, ma ormai è passato. E tu non hai il potere di cambiarlo. Il futuro? Boh, chissà cosa ci riserva. Tanto vale quindi vivere il presente, e cercare di renderlo migliore possibile. Puoi riflettere su quello che ti è capitato per imparare qualcosa, per fare meglio la prossima volta. Ma l’importante è imparare a chiudere certi capitoli e andare avanti. Senza correre troppo velocemente alla fine del libro, ma godendosi la lettura.
E poi sì, lo devo ammettere. Un atteggiamento positivo è importante. Ma sai che c’è? Puoi costruirti il tuo modo di affrontare le cose con positività. Non devi per forza circondarti di fiori e unicorni, se non è il tuo stile. Il mio è il sarcasmo. E quindi guardo al lato positivo delle cose ridendoci su. Ed è per questo che un paio di settimane fa non ho resistito e mi sono comprata una spilla che dice “mai una gioia”. Non perché passo i giorni a rimuginare sulla sfiga. Ma perché ho imparato a riderci su. E per me funziona.
Infine la sfiga mi ha insegnato a essere più efficace. Ponendomi degli obiettivi realistici, inseguendo traguardi che so di poter raggiungere e che soprattutto desidero raggiungere. Non perché mi piace vincere facile. Ma perché ho capito che è inutile inseguire i sogni di qualcun altro. Questo è il modo più rapido di fallire di nuovo. Dobbiamo imparare a inseguire i nostri, di sogni. A porci i nostri obiettivi, non quelli che per convenzione sembra dobbiamo per forza raggiungere (matrimonio, figli, casa di proprietà, lavoro a tempo indeterminato, decidete voi). All’inizio è frustrante, sicuramente qualcuno non capirà perché andiamo nella direzione opposta a quella che ci è stata segnalata. Ma se siamo convinti noi di quello che stiamo facendo, sarà più facile riuscirci e alla fine saremo molto più felici e soddisfatti.